Alcuni beneficiari dell’Assegno di Inclusione, in queste settimane, stanno ricevendo delle lettere dell’Inps che chiede la restituzione degli importi erogati.
Nei prossimi giorni, partirà la seconda tranche dei pagamenti dell’Assegno di Inclusione. Come ogni mese, anche ad aprile l’erogazione del sussidio che ha rimpiazzato il Reddito di Cittadinanza, viene effettuata in due date: il 15 per i nuovi beneficiari ed il 26 per chi ha già percepito almeno una mensilità.
Intanto, alcuni cittadini stanno ricevendo delle lettere da parte dell’Inps in merito all’Assegno di Inclusione in cui viene richiesta la restituzione delle somme percepite durante lo scorso anno. In alcuni casi, si tratta di cifre particolarmente alte considerato che nel 2024 il massimo stabilito per il sussidio era di 6mila euro annui.
L’Inps sta inviando, in queste settimane, delle comunicazioni a diversi percettori dell’Assegno di Inclusione chiedendo la restituzione delle somme erogate durante lo scorso anno. A segnalarlo la redazione di InvestireOggi.
In particolare, le lettere sarebbero indirizzate ai cittadini che hanno percepito indebitamente il contributo economico, come emerso dai controlli effettuati nei mesi precedenti dallo stesso Istituto di previdenza sociale. Per richiedere l’Assegno di Inclusione, come stabilito dalla normativa vigente, è necessario essere in possesso di specifici requisiti. Per chi ha ricevuto le mensilità, ma non rispettava queste condizioni è stata attivata prima una procedura di sospensione della misura, poi la revoca.
In questi casi, la revoca definitiva, però, non comporta solo l’interruzione definitiva dell’erogazione della misura, ma anche della restituzione delle somme percepite. Provvedimento che l’Inps sta comunicando ai vari interessati attraverso le lettere inviate in queste settimane. Nella raccomandata è allegato anche un bollettino di pagamento PagoPA per la restituzione degli importi in un’unica soluzione. Considerato che lo scorso anno, il massimo erogabile era di 6mila euro, poi alzato a 6.500 euro per il 2025, in alcuni casi, si parla di cifre importanti.
Gli interessati, che hanno l’obbligo di provvedere alla restituzione entro 30 giorni dalla ricezione della notifica, possono chiedere una rateizzazione all’Inps. La richiesta sarà valutata e, in caso di esito positivo, il contribuente potrà procedere restituendo le somme in diverse rate.
Se, invece, il percettore crede che la richiesta dell’Istituto di previdenza sociale sia infondata, è possibile presentare un ricorso presentando delle prove che dimostrino il possesso dei requisiti durante il periodo di fruizione della misura. L’istanza deve essere presentata entro 30 giorni dalla ricezione della raccomandata.
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