Basilica di San Gavino, gioiello del Romanico in Sardegna, famosa per un dettaglio: solo lei ce l’ha, nessun altro

Esemplare del Romanico sardo, la Basilica di San Gavino cela una caratteristica davvero speciale che nessun altro possiede.

Com’è ormai noto, la Sardegna è particolarmente devota. Diverse le figure patronali, rese martiri e, successivamente, celebrate fin dalla notte dei tempi. Tradizioni che si intrecciano con la Storia, spesso interessando anche monumenti architettonici.

Basilica di San Gavino
Basilica di San Gavino, gioiello del Romanico in Sardegna, famosa per un dettaglio: solo lei ce l’ha, nessun altro (Credits: Facebook @centrostudibasilicasangavinoditorres) – chieseromanichesardegna.it

Soprattutto le Chiese e, più nello specifico, si voglia parlare della Basilica di San Gavino. Quest’ultimo, insieme a Proto e Gianuario, tre martiri vissuti durante il periodo delle persecuzioni cristiane da parte degli Imperatori Diocleziano e Massimiano.

Li si commemora, specialmente l’edificio religioso in questione diventa luogo di culto per raccogliersi e manifestare silenziosamente la propria fede. La struttura cattura l’attenzione poiché tipico esempio del Romanico sardo, oltre ad annoverarsi tra le più antiche. Ma è quel dettaglio che stupisce.

La Basilica di San Gavino è speciale: ecco perché

Situata sul Colle di Monte Agellu, zona meridionale della città di Porto Torres, la Basilica di San Gavino cela un fascino particolare a livello architettonico. Si rimane a bocca aperta quando la si scopre, per non parlare della sua caratteristica, unica nel suo genere.

Basilica di San Gavino
La Basilica di San Gavino è speciale: ecco perché (Credits: Facebook @klepsydra) – chieseromanichesardegna.it

Difatti è l’unica in Italia ad essere stata progettata a due absidi affrontate, l’una opposta all’altra – l’ingresso principale per accedervi è posizionato sul lato più lungo della Basilica stessa. Non solo perché al suo interno si rinvengono cimeli dedicati ai tre martiri turritani.

In particolare, da menzionare la ‘galleria-santuario’ che espone cinque sarcofagi del III e IV secolo appartenenti alla necropoli Turris Libisonis – ex colonia romana, oggi Porto Torres – un sarcofago di origine medievale, cinque statue settecentesche tre delle quali raffiguranti San Gavino, Proto e Gianuario.

A questi si aggiungono i resti di una cappella funeraria del IV secolo e una dozzina di sculture del XIX secolo. Come si evince, dunque, reperti storici dal valore inestimabile che suscitano meraviglia. Oltretutto, la Chiesa si contraddistingue per un’altra singolarità incredibile.

Verso l’abside orientale è possibile scorgere una lastra di marmo su cui sopra incise due epigrafi funerarie di origine medievale. Una delle due iscrizioni si riferisce al sepolcro di Guido De Vada, un cittadino pisano. Invece, nell’altra, la frase di un defunto che vieta a chiunque di farsi seppellire nella sua tomba.

Un’ultima curiosità riguarda l’atrio nord della Basilica di San Gavino che ospita le cumbessias ovvero piccoli alloggi per i pellegrini, costruite tra il XVI-XVII secolo, affinché soggiornassero durante le celebrazioni solenni del trio martire, in sua memoria.

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