Si avvicina un momento di grande festa per la città di Cagliar, che porterà i residenti e non solo a rendere omaggio a un santo amatissimo.
L’arrivo della primavera porta con sé il desiderio di stare maggiormente all’aria aperta, grazie a temperature che diventano via via più alte e alle giornate che sono più lunghe. Questo vale a maggior ragione in una città di mare come Cagliari, che come tutta la regione può veder crescere il numero delle persone in arrivo, pronte a trascorrere un periodo di vacanza in una delle zone più belle del nostro Paese.

In attesa del boom, che coinciderà con l’estate, si avvicina un periodo di festa a cui tengono tutti i cittadini del capoluogo, ma anche chi ha avuto modo di lasciare la città per motivi di lavoro e approfitterà di questo evento per farvi ritorno. Si tratta di una ricorrenza davvero paricolare, organizzata per rendere omaggio a un Santo che ha fatto tanto per questo territorio.
Una grande festa in arrivo a Cagliari
Ma quale sarebbe questa festa così importante per Cagliari e la sua popolazione che si celebrerà a breve? Si tratta di quella organizzata per rendere omaggio a Sant’Efisio, che ricorre il 1° maggio, ma che vedrà il capoluogo sardo in pieno fermento dal 1° al 4 maggio, approfittando anche del “ponte” che permetterà a molti di assentarsi dal lavoro.
Si tratta di un evento che ha una lunghissima tradizione, giunto già alla 369esima edizione, risale addirittura al 1657, anno della prima grande processione trionfale dopo la fine della grande Peste Barocca che devastò l’isola nel quinquennio 1652-1657.

Riuscire a ricostruire la vita di Efisio non è comunque stato semplice, se non attraverso alcuni documenti dell’epoca. Efisio è nato ad Elia Capitolina, una città alle porte di Antiochia, in Asia Minore, nel 250 d.C., ma è rimasto orfano del papà Cristoforo, di religione cristiana, per questo la mamma, Alessandra, ha poi scelto di educarlo al paganesimo.
Grazie alla donna lui è approdato alla corte di Antiochia, dove ha potuto stare sotto l’ala protettiva dell’imperatore Diocleziano, per poi arruolarsi con i Pretoriani. Il gruppo l’ha poi mandato in Italia per partecipare alla campagna di annientamento dei Cristiani, considerati nemici dello Stato e della legge romana.
Ben presto è stato però sorpreso da un bagliore, a cui ha fatto seguito una voce che gli ha detto. “Sono il Cristo, colui che tu perseguiti”, per poi notare sulla sua mano una croce. Quel gesto è stato il preludio alla sua conversione e alla decisione di viaggiare per diffondere il Vangelo. Il suo credo lo ha portato a finire in manette e ad essere flagellato e bruciato con tizzoni ardenti, senza che per questo però arrivasse a cambiare idea.
Il governatore Flaviano aveva deciso di bruciarlo vivo come esempio per i Cristiani, ma in quell’occasione le fiamme si erano poi riversate sui presenti. Alla fine Efisio venne poi giustiziato con la decapitazione per spada sulla spiaggia di Nora il 15 gennaio del 286 (o, secondo altre fonti, nel 303).
La scelta di rendergli omaggio con una festa che coinvolge Cagliari e tutta la Sardegna nasce perché si pensa che la sua intercessione sia stata fondamentale per lberare l’isola dalla peste nel 1652. In processione la sua statua si trova in un cocchio dorato, seguita da migliaia di fedeli, accompagnata da riti religiose, danze popolari e abiti tipici sardi.