Se pensi che lavorare in smart working dia dei vantaggi è ora che tu ti ricreda, perché ti sta costando un sacco di soldi.
Alcuni avevano già sperimentato il lavoro da remoto prima del 2020, ma in Italia è innegabile che la pandemia abbia dato una grande spinta in questo senso. Poter svolgere le proprie mansioni senza recarsi in ufficio o in azienda senza dubbio ha aiutato a contenere i contagi, ma non solo. Anche il traffico ne ha beneficiato grazie al minor numero di mezzi in circolazione.
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Dopo il primo impatto non sono stati pochi i lavoratori che hanno chiesto di continuare a lavorare da casa, almeno per parte della settimana. Togliere il tempo del tragitto permette di organizzarsi meglio con la vita privata, specialmente quando ci sono una casa e una famiglia da gestire. Un aiuto che toglie anche buona parte dello stress che si affronta ogni giorno.
Questo però non significa che lo smart working sia la soluzione a tutto, perché ha anche diversi lati negativi. Mettendo a confronto i pro e i contro anzi sembra che siano i secondi a prevalere, ma ce ne si accorge solo dopo un’attenta analisi. Ci riferiamo sia all’impatto psicologico che può avere che alle ripercussioni economiche che costringe ad affrontare.
Il lato oscuro del lavoro da casa
Se i primi giorni potersi alzare con calma e sedersi alla scrivania del proprio studio può sembrare una conquista, con il tempo anche questa routine diventa pesante. Non si ha la possibilità di avere interazioni sociali con i colleghi e questo a lungo andare porta a una sensazione di isolamento. Uno stato di malessere che predispone ad ansia sociale e depressione.
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Il problema principale però è quello che riguarda l’aspetto economico. A primo acchito verrebbe da pensare che lo smart working consenta di risparmiare dato che riduce le spese per il carburante. Peccato che a compensare ci sia la bolletta dell’elettricità, perché lavorando da casa la corrente è a carico del lavoratore e non più dell’azienda.
Oltre alle bollette però c’è da dire che mentre al lavoro si timbra il cartellino a fine orario a casa non c’è questa possibilità. Spesso anzi si fanno pause durante il giorno per gestire la casa e si finisce di lavorare più tardi senza rendersi conto che di fatto si stanno facendo straordinari. Ore in più che lavorando in sede permetterebbero di avere un compenso maggiorato.
A conti fatti sembra quindi che lo smart working porti a lavorare più a lungo a parità di retribuzione, senza che ce ne si renda conto. La libertà organizzativa paradossalmente porta a far svanire gli orari di lavoro e si finisce con l’essere disponibili tutto il giorno.