Il fascino della Sardegna è risaputo ma dinanzi a cotanta bellezza si rimane senza parole: svetta fino al cielo.
La Sardegna offre le più spettacolari meraviglie. Dai paesaggi mozzafiato alle prelibatezze gastronomiche, un piccolo gioiello isolano. Si aggiungano opere monumentali che emanano Storia, dalle cui origini antichissime si segue poi una certa evoluzione.

In genere gli edifici di grande prestigio, chiese, diocesi, tutte costruzioni dal valore inestimabile. Soprattutto i loro racconti che si celano dietro maestose mura o scene di vita religiosa affrescate. Sparse su tutto il territorio, segnano periodi temporali ben precisi.
Tra questi spicca un capolavoro risalente all’epoca medievale e dall’aspetto straordinariamente inusuale. Impossibile non coglierlo a colpo d’occhio perché risalta in mezzo a distese campagne. Costeggia una delle numerose strade e, improvvisamente, lo trovi lì.
Sardegna e le sue ‘perle’: un fascino senza tempo
Ogni volta che si guarda attoniti una bellezza naturale o storico-artistica, la domanda sorge spontanea: com’è possibile? Il Belpaese è ricco di tali splendori, specialmente la Sardegna. Ma nulla è paragonabile a questo. Storia mista a leggenda, unico nel suo stile.

È la Basilica della Santissima Trinità di Saccargia ad aver colpito l’attenzione. Situata nel territorio di Codrongianos, in provincia di Sassari, l’edificio è stato costruito sui resti di una chiesetta preesistente, per volere del giudice di Torres Costantino I de Lacon-Gunale e sua moglie Marcusa.
Si narra che tale decisione fosse scaturita da una sacra apparizione durante un pellegrinaggio. Desiderosi di avere un figlio, scelsero di far erigere questo edificio alla nascita del loro erede Gonario II. Tuttavia la si ritiene una tesi non accreditata in quanto alcuni riconducono la sua origine a un’altra storia.
Difatti altrettanti rimandano Saccargia a ‘s’acca argia‘, una vacca pezzata che, giornalmente, si inginocchiava dinanzi la Basilica per offrire il proprio latte ai monaci – anche la suddetta narrazione parrebbe da escludersi, stando a quanto dichiarato dal FAI, sostenendone la derivazione latina da Sacraria.
Come si evince, c’è molta discordanza in merito alla sua storia. Invece, il dettaglio che emoziona riguarda l’architettura, stile romanico toscano. Interamente rivestita da pietra locale bianca e nera, facile notare l’irregolarità della disposizione creando un gioco cromatico visivamente interessante.
Inoltre la facciata è abbellita da “bacini ceramici e figure geometriche intarsiate” – come riporta la relazione del Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Sardegna. Infine, il portico “ornato da capitelli scolpiti e archi finemente decorati“. Come l’esterno, anche l’interno è suggestivo.
La Basilica è composta da una navata e un transetto costituito, a sua volta, da tre absidi. Una ulteriore peculiarità che attira lo sguardo è data dalle sue pareti spoglie fino ad arrivare all’abside centrale, quest’ultimo ricco di affreschi. La si scorgerà da lontano, difficile non fermarsi ad ammirarla.