Un Carnevale come quello della Sardegna non l’hai mai visto: non è colorato ma ha una storia pazzesca.
Quando pensi al Carnevale, pensi di sicuro ad una festa allegra e colorata con stelle filanti, mascherine, carri allegorici, balli, canti e divertimento. In Sardegna però questa festa è del tutto diversa ed è molto legata al passato di questa terra.
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Antichità e tradizioni medievali ancora oggi si notano in manifestazioni ed eventi che vengono messi in scena durante la festa del Carnevale. I riti differiscono da zona a zona ma ovunque ci sono rimandi alla tradizione agricola dell’isola, quella che ancora oggi è così forte e sentita nella regione e che permette di portare in tavola tante bontà, apprezzatissime dai turisti.
Come festeggiano il Carnevale in Sardegna: è diverso dalla festa che conosciamo
Il Carnevale in Sardegna è diverso zona per zona ma ovunque è davvero incredibile e tutto da scoprire. A Mamoiada, in provincia di Nuoro, si chiama “Carresecare” che vuol dire “carne viva da smembrare”. In passato c’erano streghe e pazzi, figure spaventose, uomini vestiti da donne e proprio nei giorni di Carnevale ognuno diventava ciò che non era, proprio perché era concesso farlo.
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Oggi popolano le piazze maschere in legno annerite dal grasso, piene di campanacci pesantissimi (fino a 30 chili), che si muovono zoppicando e fanno paura. Si tratta dei Mamuthones e degli Issohadores: i primi vestiti con pelli di pecora, indossano una maschera nera di legno d’ontano o pero selvatico, e sulla schiena portano appunto “sa carriga”, campanacci dal peso di circa 30 kg.
Gli Issohadores, invece, indossano una camicia di lino, una giubba rossa, calzoni bianchi e alcuni portano una maschera antropomorfa bianca. Il Carnevale qui inizia il 16-17 gennaio con i falò in onore di Sant’Antonio Abate e prosegue la domenica di Carnevale (il 2 marzo) e il martedì grasso (4 marzo). Ad Oristano e Bosa, invece, si celebra Sa Sartiglia, una festa di origine medievale, ovvero una giostra con spettacolari quadriglie dove cavalieri mascherati lanciati a tutta velocità tentano di infilare in corsa una stella sospesa come auspicio di buon raccolto.
Le maschere a Bosa, invece, indossano il costume tradizionale per il lutto: gonna lunga, corsetto e ampio scialle nero. Ogni maschera porta in braccio una bambola di stracci e gira per il paese esclamando in falsetto “S’Attittidu” e chiedendo del cibo per il piccolo bambino che hanno in grembo, abbandonato dalla mamma che è dedita ai bagordi di Carnevale.
La notte del martedì tutti indossano la maschera tradizionale bianca per cercare il Giolzi Moro, il re del carnevale che sperano di incontrare sia i grandi che i piccini. E questi sono solo alcuni degli esempi di eventi a cui puoi partecipare in Sardegna vivendo un Carnevale del tutto diverso da quello a cui sei abituato.