In diverse parti della Sardegna si festeggia San Biagio: ecco come

San Biagio è una festa molto sentita in diverse parti della Sardegna: ecco come si festeggia.

Per tutti San Biagio è il santo che si celebra il 3 febbraio e che è associata ad un bizzarro aneddoto. Chi mangia il panettone raffermo in quel giorno, non si ammalerà di mal di gola e raffreddore. In Sardegna più o meno la storia è la stessa.

Statua di San Biagio
In diverse parti della Sardegna si festeggia San Biagio: ecco come – chieseromanichesardegna.it

Si festeggia sempre il 3 febbraio, il giorno dopo la Candelora. San Biagio era vescovo di Sebaste, in Armenia, martirizzato nel 316 d.C. A lui è uso dedicare is piricchittus de Santu Brai e altri dolci che, una volta benedetti, avrebbero il potere di preservare da ogni male, specialmente dalle affezioni all’apparato respiratorio.

Come si festeggia San Biagio in Sardegna

Come a Milano, in Lombardia, e anche nel resto di Italia, anche in Sardegna San Biagio “ha il potere” di proteggerci dalle affezioni dell’apparato respiratorio. Questo perché san Biagio compì un miracolo: con la sola benedizione guarì un bambino che stava per soffocare a causa di una lisca di pesce.

Tetti su Orune in Sardegna
Come si festeggia San Biagio in Sardegna – chieseromanichesardegna.it

La festa di San Biagio è però anche legata al mondo agrario. In molti paesi dell’Europa meridionale si usava portare in chiesa un pugno di cereali benedetti, che venivano poi mescolati a quelli della semina, affinché assicurassero un buon raccolto. A Gergei, oltre a su piricchittu de Santu Brai, si prepara su sessineddu, una composizione di frutta e fiori tenuti insieme dalle foglie lunghe e piatte di sèssini, una specie di giunco a cui si appendono pezzetti di lardo e salsiccia.

Si tratta di un rosario fatto di pasta di pane, grappoli di narcisi e su cordonittu, un cordoncino di lana ritorta di diversi colori, che in seguito sarà portato al collo per un intero anno, a difesa dalle disgrazie e dal mal di gola. Su sessineddu è un vero e proprio simbolo propiziatorio dell’abbondanza e negli ultimi tempi si è arricchito di nuovi alimenti come dolci (grappoli di cioccolatini e caramelle), che, dopo la benedizione dei sessineddus in chiesa, diventeranno cibo benedetto.

A Dolianova, la sera del 2 febbraio si celebra invece la cerimonia che vede protagoniste “Sa Priorissa” e le due “Priorisseddas”. Dopo la celebrazione, si svolge una breve processione che porta al falò. Il giorno dopo a conclusione della celebrazione per San Biagio avviene la benedizione della gola attraverso l’imposizione di due candele incrociate e la distribuzione dei “pirichiteddus”, dolcetti tipici che, si dice che proteggano dal mal di gola.

Il culto di San Biagio è particolarmente sentito anche a Orune, dove il martire è soprannominato “Duttore” proprio per il suo potere di prevenire e curare i malanni alla gola.

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