A Ozieri c’è la più grande chiesa romanica di tutta la Sardegna: ecco tutti i dettagli a riguardo, un monumento da visitare.
A dominare in lungo e in largo in tutta la Sardegna è lo stile romanico, specialmente per quanto riguarda gran parte del patrimonio artistico dei luoghi di culto arrivati a noi; da Nord a Sud dell’isola, ci sono veramente tantissime splendide chiese da visitare e ammirare.

In pochi forse lo sanno, ma nel territorio di Ozieri (nello specifico sopra la piana di Chilivani), situata sopra uno sperone di roccia vulcanica, svetta sul paesaggio circostante la Basilica di Sant’Antioco, ex cattedrale di Bisarcio e tra le più grandi chiese romaniche di tutta l’isola.
Consacrata nel 1174, Basilica di Sant’Antioco è sicuramente ancora oggi un importantissimo luogo di culto, nonché vero e proprio patrimonio artistico della Sardegna: ecco la storia di questa splendida chiesa, un edificio millenario intriso di fascino e di cultura.
La basilica di Sant’Antioco è tra le più grandi chiese romaniche della Sardegna: storia e caratteristiche
La Basilica di Sant’Antioco nasce come cattedrale nella seconda metà del XI, ma già poco dopo la sua storia prende una direzione diversa a causa del grande incendio che l’ha colpita, di cui si parla anche di un documento datato 1139. Dopo la ricostruzione, la chiesa viene consacrata, con la fine dei lavori di ricostruzione datati al XIII secolo. Durante il Medioevo, Bisarcio rappresentava un fiorente centro religioso e culturale, con la basilica al centro di una vivace vita del luogo, insieme ad altri edifici tra palazzo vescovile e canonica.

In tutta la sua imponenza, Basilica di Sant’Antioco di Bisarcio rappresenta uno dei più fulgidi esempi dell’arte romanica in Sardegna; tra architettura e decorazioni, la chiesa rappresenta sicuramente uno degli edifici religiosi più singolari di tutta l’isola. Il corpo principale della chiesa è suddiviso in tre campate, separate da due file di colonne e con sei arcate per lato; a causa di un crollo del XV, la facciata della basilica appare oggi asimmetrica, con la parte superiore sinistra ricostruita in muratura liscia senza le decorazioni originarie.
Nel portico a due piani addossato alla facciata troviamo le stanze private vescovili, tra cui sia l’aula capitolare che la piccola cappella. Curiose le raffigurazioni presenti nella chiesa, note come “impronte dei pellegrini”: queste opere sono riproduzioni di calzari che i pellegrini, nel Medioevo, incidevano in diverse chiese dell’isola per lasciare un segno del loro passaggio