Un racconto che agiterebbe chiunque, quando si parla di teschi: la Sardegna e quel brivido di terrore.
Mare, sole e colori: la Sardegna è un quadro variopinto che desta sensazione di gioia. Inoltre la spensieratezza di contemplare il mare, abbandonando i cattivi pensieri e lasciandosi trasportare dal soave rumore delle acque. Sentirsi liberi, ecco la vera magia di questo luogo.

Ma, ad un certo punto, una grossa nube scura offusca le emozioni, ingrigisce le cromie sgargianti. Un clima di terrore si diffonde, dunque spegnendo i sorrisi. Sull’Isola aleggia una leggenda che suscita panico tra la folla, anima gli incubi durante la notte, tormenta il sonno più profondo.
Come poc’anzi detto, un racconto ne è la causa. Ormai radicato sul territorio sardo, continua a seminare forte angoscia, nonostante sia trascorso molto tempo. Ma, forse, è proprio per tal motivo che risveglia così tanta paura, ancora oggi: quel passato tenebroso, ormai divenuto immortale.
Sardegna, la leggenda dei quattro teschi: i brividi
Non è la prima storia locale di cui si ode la narrazione, tuttavia mai così terrificante. I visitatori erranti ne restano, comunque, affascinati: un mistero che scuote l’Isola. È la leggenda dei quattro teschi – potrebbe funzionare per il titolo di un film o un libro di genere horror – che minaccia la Sardegna.

Una leggenda legata alla Chiesa Santa Giusta di Chiaramonti, in provincia di Sassari. Si racconta che, sotto le fondamenta dell’edificio, tuttora sia sepolto un vero tesoro – molti hanno tentato di scavare affinché lo si scoprisse, persino il Sindaco ne avrebbe dato disposizione devastando, però, la pavimentazione.
Ebbene, tanta ricchezza correlata ai quattro teschi, oggi murati su una parete interna adiacente l’ingesso della chiesa stessa. Una notte, alcuni banditi si introdussero nel luogo di culto per rubare ma, una volta entrati, la porta si chiuse alle loro spalle. L’acqua della fonte cominciò a salire fino a travolgere il santuario.
Si compia un passo indietro. Sotto quest’ultimo scorreva un ruscello portentoso, motivo per il quale era meta di fiorenti pellegrinaggi. Si diceva curasse le persone – perciò i fedeli, in segno di gratitudine, rilasciavano generose offerte. Tornando al racconto, i ladri, intrappolati, chiesero a Santa Giusta un’ultima grazia.
Salvare le loro anime, nonostante il peccato commesso. Accordata ma, una volta spirati, per ricambiare il favore, avrebbero dovuto trasformarsi in guardiani perpetui del tesoro. Fu così che i loro teschi vennero murati alla parete, come anzidetto. Una storia affascinante, tramandata di generazione in generazione.