Quando si parla dell’Antico Egitto si pensa a faraoni e scribi più che alle donne, ma pare avessero delle capacità uniche.
Dal momento in cui fu scoperta la tomba di Tutankhamon il fascino dell’Antico Egitto non ha fatto che crescere. In parte per lo stupore che si prova di fronte a questi sepolcri monumentali e ai tesori che nascondono. Ma è innegabile che ad attirare ci siano anche le leggende nate successivamente, e in particolare quella della maledizione lanciata dal faraone.
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Oggi possiamo dire che date le condizioni estreme in cui si svolgevano le prime spedizioni archeologiche gli incidenti erano all’ordine del giorno. In più molti di coloro che portarono alla luce le tombe dei faraoni godettero di ottima salute fino a tarda età. Il fascino dei riti e della religione egizia però rimane, e non possiamo ancora affermare di aver scoperto tutto.
Di recente infatti c’è stata una nuova scoperta scientifica che potrebbe rivoluzionare la visione che abbiamo della società egizia. A parte le regine come Cleopatra e Nefertiti non si parla molto delle donne egizie, ma la scoperta del team archeologico di Davide Tanasi apre un vaso di Pandora. Ci sono tracce di DNA femminile dove nessuno si aspettava di vederle.
Il potere delle donne egizie e dei loro rituali
I reperti su cui gli archeologi hanno rilevato il DNA non sono oggetti di uso comune bensì manufatti realizzati per realizzate dei riti religiosi. Si chiamano tazze di Bes e si presentano come coppe decorate per raffigurare questa divinità egizia, considerata la protettrice della fertilità femminile. La si invocava per favorire le gravidanze e la nascita di bambini forti e sani.
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Si trattava dunque di un rito riservato alle donne in età fertile, ma non prevedeva una semplice preghiera. Le tazze di Bes infatti andavano riempite con una miscela speciale di estratti vegetali che avrebbe dovuto portare le giovani in contatto con la divinità. In parole povere una bevanda psichedelica che si credeva permettesse anche di avere dei sogni premonitori.
L’analisi delle coppe rituali ha rivelato alcuni ingredienti della miscela mistica. Uno è l’armalina, ricavata dalla ruta e in grado di provocare delle allucinazioni molto realistiche. Mescolata all’armalina troviamo anche l’estratto di ninfea blu egiziana, che induce al rilassamento. Per dare un buon sapore alla bevanda si aggiungevano ingredienti dolci come miele e uva.
Partecipare a questi rituali era una sorta di passaggio obbligato per le giovani egiziane e non solo per favorire l’arrivo dei figli. Si trattava di cerimonia che creavano un profondo senso di unione sociale, in quanto spettatori di uno stesso fenomeno misterioso e considerato divino.