Raganella sarda, ecco perché se la incontri passeggiando nei paesini della Sardegna non dovresti mai toccarla: la sua presenza.
La Sardegna, isola di mare, spiagge e di tantissime bellezze artistiche, storiche e culturali, per non parlare delle sue caratteristiche strutture architettoniche, che rendono questa terra misteriosa e affascinante al tempo stesso. Oltre a questo però, la Sardegna è anche ricca di una vegetazione tipica e può vantare la presenza di alcune rarissime specie animali.

Una delle più caratteristiche e che è possibile trovare in varie parti della Sardegna, è la raganella sarda o raganella tirrenica. Una specie molto particolare, che si distingue dalle classiche rane per il suo particolare aspetto. Infatti, oltre ad essere molto più piccola della media, la raganella sarda ha anche un corpo verde e lucido, delle piccole zampe con ventose e degli occhi particolarmente sporgenti.
Raganella sarda, se la vedi non toccarla: la sua presenza è a rischio
In Sardegna la raganella sarda è conosciuta anche con altri vari nomi: Arranedda, Rana irde, Ranèddha, Ranighèddha o Rana birdi. Questo simpatico esserino, ama vivere particolarmente accanto a stagni, fiumi e pozze d’acqua, quindi, non è affatto raro incontrarla mentre si passeggia nelle natura incontaminata sarda.

La raganella sarda è un animale che predilige il buio per mostrare al massimo le sue capacità, di giorno ama riposare, prediligendo posti all’ombra come cespugli, arbusti e erba. È una specie che ben sopporta la siccità e riesce anche a tollerare l’acqua particolarmente salta.
Tuttavia, nonostante la Sardegna sembri essere il suo habitat preferito, la raganella sarda è una specie a rischio, che seppur non inserite in quelle in via d’estinzione, la sua presenza è seriamente minacciata. Una deforestazione sempre maggiore, l’aumentare dei centri urbani e spesso comportamenti completamente sbagliati, stanno via via riducendo sempre di più la presenza di questo piccolissimo esemplare.
Per cercare di proteggerla quindi, in primi bisognerà prendersene cura evitando di toccarla o di farle del male in qualsiasi modo, ma soprattutto sarà necessario preservare il più possibile il suo habitat naturale, tutelando e proteggendo le zone umide (che tanto ama) e limitando le attività umane, che spesso risultano essere le più deleterie non solo per questa specie, ma per l’intero ecosistema sardo e del mondo in generale.