Se siamo stressati, il problema potrebbe essere nel modo in cui lavora – o facciamo lavorare – il nostro intestino: ecco perché dobbiamo prendercene cura.
Come andiamo in bagno è strettamente collegato al nostro stato d’animo. Certo, una buona evacuazione ci fa sentire meglio, ma la questione è più complessa, e non si limita al benessere fisico: riguarda anche quello psicologico.

Cervello e intestino hanno una collaborazione profonda, e ognuno influenza l’altro in modo significativo. Molti pazienti sani, ma con diagnosi di depressione, ansia o disturbi dell’umore, sembrano avere una cosa in comune: un microbiota intestinale che non funziona come dovrebbe.
Che la vita, a volte, metta alla prova la nostra salute mentale è risaputo. Ma quando parliamo di benessere, dovremmo partire proprio da lì: dall’intestino. I batteri, i virus e i funghi che lo abitano impattano sul cervello, quindi sulle nostre percezioni, la nostra sensibilità e il nostro equilibrio psichico. Ma come fare per far andare tutto nel verso giusto, anche nel bagno di casa? C’è chi ha iniziato curando l’alimentazione e chi, invece, è arrivato fino al trapianto di feci.
Cervello e intestino parlano tra loro: il microbiota al centro dell’equilibrio psichico
Non è solo un modo di dire: l’intestino è davvero il nostro secondo cervello. A metterlo nero su bianco sono sempre più studi scientifici, che analizzano il ruolo del microbiota intestinale – l’insieme di batteri, virus, lieviti e altri microrganismi che popolano l’apparato digerente – nella regolazione dell’umore e della salute mentale.

Quello che accade nell’intestino, infatti, non resta confinato alla pancia. Questo organo comunica costantemente con il cervello tramite il cosiddetto asse intestino-cervello, un sistema di connessione bidirezionale che coinvolge nervi, ormoni e molecole infiammatorie. Quando il microbiota è in equilibrio, contribuisce alla produzione di neurotrasmettitori come la serotonina, essenziale per il buonumore, e aiuta a tenere sotto controllo l’infiammazione sistemica, che può avere effetti negativi sulla psiche.
Al contrario, un microbiota squilibrato – ad esempio a causa di un’alimentazione scorretta, stress cronico o uso eccessivo di antibiotici – può alterare la produzione di queste sostanze, favorendo l’insorgere di sintomi ansiosi, depressivi o legati al tono dell’umore. Non a caso, molti pazienti con disturbi psicologici presentano alterazioni nella flora intestinale.
Per questo motivo, oggi si parla di psicobiotici: ceppi di batteri ‘buoni’ capaci di modulare positivamente l’equilibrio mentale, introdotti attraverso alimenti fermentati, integratori o diete specifiche. In casi estremi si arriva anche al trapianto di microbiota fecale, una procedura che ripopola l’intestino con una flora batterica sana, spesso con risultati sorprendenti anche sul piano emotivo.
A coccolare la flora batterica ci pensano cibi semplici ma preziosi, come yogurt, kefir, crauti, miso, legumi, frutta, verdura e cereali integrali. Da limitare invece gli zuccheri raffinati, i cibi ultraprocessati, gli alcolici e le fritture, che alterano l’equilibrio intestinale. Insomma, per stare meglio con la testa, forse dobbiamo iniziare dalla pancia. Anche a tavola.