Sembra che il Governo non abbia intenzione di aumentare di tre mesi l’età anagrafica per il raggiungimento della pensione di vecchiaia.
Un decreto in arrivo il 1° maggio dovrebbe rassicurare i lavoratori sull’età pensionabili. Non sarà alzata a 67 anni e 3 mesi con grande sollievo per chi ha pianificato con cura il momento del pensionamento.

Tanti lavoratori contano i giorni che mancano al pensionamento e hanno programmato l’uscita dal mondo del lavoro. Per non perdere soldi sull’assegno il traguardo più auspicabile è la pensione di vecchiaia che oggi si raggiunge a 67 anni di età e con 20 anni minimo di contributi. Questi requisiti non potranno essere modificati fino a fine 2026. Dal 2027, invece, il requisito anagrafico dovrebbe cambiare aumentando di tre mesi. Il motivo è semplice, la speranza di vita è tornata a crescere dopo gli anni della pandemia.
L’ISTAT ha calcolato che tra circa un anno e mezzo l’età pensionabile aumenterà per l’innalzamento della speranza di vita (vale lo stesso per il requisito contributivo tanto che la pensione anticipata ordinaria permetterà il pensionamento con 43 anni e un mese di contributi per gli uomini e 42 anni e un mese per le donne). Dal 1° gennaio 2027, dunque, l’età pensionabile sarà di 67 anni e tre mesi a meno che il Governo non intervenga “freezando” gli attuali requisiti.
La pensione rimarrà a 67 anni di età?
Il Sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, leghista, ha sostenuto che l’aumento di tre mesi verrà sospeso perché il costo dell’operazione è accessibile, circa 200 milioni di euro. Con un nuovo decreto in arrivo il 1° maggio si dovrebbe confermare questa intenzione del Governo. Ricordiamo che secondo la normativa ogni due anni bisogna adeguare i requisiti pensionistici in base all’andamento della speranza di vita.

Questo ha avuto un freno durante gli anni della pandemia per poi ricominciare a crescere. Nel biennio 2023/2024, nello specifico, la speranza di vita è cresciuta di 7 mesi rispetto il biennio precedente. Considerando i 4 mesi di calo registrato durante il Covid 19 si arriva ad un incremento di 3 mesi previsto dal 1° gennaio 2027 (il massimo in un biennio).
Significherebbe andare in pensione a 67 anni e tre mesi oppure con 43 anni e un mese di contributi (un anno in meno per le donne) volendo optare per la pensione anticipata contributiva. Tutto questo a meno che non intervenga il Governo con il Decreto che blocca l’aumento. Avrebbe tempo fino a fine anno per trovare le risorse ed evitare l’automatismo. Attendiamo il 1° maggio, quindi, per saperne di più.