Le novità in fatto di pensioni quest’anno non sono state tante ma, le poche introdotte, sono di grande rilievo. In particolare se ti è sfuggito un “dettaglio” rischi di perdere un mucchio di soldi ogni mese.
La manovra di Bilancio 2025 si è concentrata poco sulle pensioni in quanto i campi principali su cui è intervenuta sono state le tasse con il rinnovo del taglio del cuneo fiscale e la riconferma del sistema Irpef a tre aliquote anziché a quattro. Le pensioni, insomma, sono rimaste un po’ indietro.

Del resto con solo 20 miliardi di euro a disposizione e l’impossibilità di fare extra deficit, di più non si poteva fare probabilmente. Dunque possiamo dire che la situazione, rispetto al 2024, non è cambiata di molto: l’età per la pensione di vecchiaia è rimasta ferma a 67 anni e le misure di pensione anticipata sono le medesime dello scorso anno.
Una novità, tuttavia, è stata introdotta e riguarda proprio una misura di pensione anticipata ampiamente sfruttata. A qualcuno questa novità forse è sfuggita ma attenzione: un dettaglio può farti guadagnare – oppure perdere – un mucchio di soldi tutti i mesi. Nel prossimo paragrafo vediamo di cosa si tratta e cosa fare per guadagnarci e non rimetterci.
Pensione anticipata: il dettaglio che fa la differenza
Il Governo di Giorgia Meloni, con la legge di Bilancio 2025, ha riconfermato tutte le misure di pensione anticipata che già esistevano l’anno scorso ma ha introdotto anche una novità molto importante riguardo una misura in particolare. Vediamo di cosa si tratta e come non perdere nemmeno un euro.

Come spiegato, l’Esecutivo ha dato nuovamente il via libera a tutte le misure di pensione anticipata che già esistevano. Tuttavia c’è un problema: le casse dell’Inps non sono messe bene e le troppe uscite anticipate di massa dai luoghi di lavoro rischiano di far crollare, nel giro di qualche anno, tutto il sistema di previdenza sociale. Anche perché, con l’aumento della durata media della vita, l’Inps si trova – e si troverà anche in futuro – ad erogare assegni per sempre più anni a sempre più persone.
Come fare allora per ovviare a questo inconveniente? Introdurre un bonus per incentivare le persone a non fruire della pensione anticipata. Il bonus, in realtà, esiste già da qualche anno: si tratta del bonus Maroni. Ma fino al 2024 questo beneficio si rivolgeva soltanto a coloro che, una volta raggiunti i requisiti, rinunciavano ad andare in pensione con Quota 103.
Da quest’anno, invece, può sfruttare questo bonus anche chi rinuncia ad andare prima in pensione con la pensione anticipata ordinaria. Questa misura consente di andare in pensione a qualunque età una volta raggiunti 42 anni e 10 mesi di contributi o 41 anni e 10 mesi per le donne. Dunque una persona che ha iniziato a lavorare a 18 anni potrebbe andare in pensione intorno ai 60.
Da quest’anno se il soggetto X, raggiunti gli anni di contributi necessari, rinuncerà alla pensione anticipata ordinaria potrà avere tutti i mesi il bonus Maroni in busta paga che consiste in una forma di decontribuzione: in pratica il lavoratore dipendente che continuerà a lavorare, finché non andrà in pensione, riceverà ogni mese in busta paga il 9,19% in più che corrisponde alla sua parte di aliquota Inps.