Il Carnevale è una tradizione secolare che invita grandi e piccini all’originalità e alla spensieratezza, perché ci si traveste?
Carnem levare, ovverosia “levare la carne”. È questa l’origine del termine con il quale oggi identifichiamo il periodo che stiamo vivendo attualmente e che si concluderà giovedì 4 marzo, il Carnevale. Un antico detto legato alla festività cristiana recita: “Semel in anno licet insanire [una volta l’anno è lecito impazzire]“. Questo perché, in epoca romana, ciò che si consumava durante gli antichi Saturnali era caratterizzato da ebbrezza, divertimento e gioco.

Si abbandonava il rigore necessario e ci si concedeva una giornata di svago esasperato. Il martedì grasso si organizzava il ricco banchetto che sanciva la conclusione delle settimane di astinenza e digiuno volute dalla Quaresima. La festività si è poi evoluta, fino a concretizzarsi nella celebrazione che conosciamo oggi. Arricchita, dunque, da maschere e rappresentazioni meravigliosamente colorate.
In alcune località italiane non si bada a spese sul Carnevale, prima fra tutte Venezia. Ci sono poi Viareggio, Acireale in Sicilia, Ivrea e Sciacca, dove vengono realizzate ed esposte raffigurazioni in carta pesta. Rimane tuttavia un quesito, che forse i consueti excursus storici non spiegano, perché ci si traveste? Quando l’uomo ha iniziato ad indossare delle maschere per celebrare questo originale ed eccentrico evento annuale?
Perché ci si traveste a Carnevale? La risposta nella storia dell’Antico Egitto
Tra le fonti storiche dei primi Saturnali possiamo accedere agli scritti di Apuleio, il quale associa l’origine degli eccentrici travestimenti ad una festa tipica della cultura egiziana e dedicata alla dea della vita, della guarigione, della fertilità e della magia. Le venne attribuita l’origine celeste ed è rappresentata come personificazione del trono. Considerando la tendenza dei romani di assorbire le culture con le quali entravano in contatto, non dovrebbe stupirci la decisione di trasformare tale celebrazione in una festa propria.

Parliamo di Iside, in lingua egiziana Aset, che appunto significa trono. In realtà anche in Babilonia era consuetudine assistere all’esposizione di grossi carri che rappresentavano figurativamente la Luna e il Sole. In generale l’essenza del Carnevale si riassume in una sorta di livellamento delle dimensioni della realtà: quella materiale, spirituale e – perché no – anche quella magica.
Nel Medioevo, a proposito di livellamento, era percepito molto positivamente dalla popolazione. Si travestivano sia i nobili che la povera gente e questo illudeva i meno abbienti di essere al pari delle famiglie più ricche. Un’illusione che si scontrava evidentemente con la realtà.