In questa parte della Sardegna c’è una piccola ed enigmatica chiesa campestre, ricca di fascino e di mistero: tutto quello che c’è da sapere.
La Sardegna, come abbiamo visto anche in precedenti articoli, è ricca di cattedrali, ex-cattedrali e altri luoghi di culto davvero importanti per i fedeli, ma anche delle vere e proprie splendide opere architettoniche; tra lo stile romanico-pisanico, quello barocco e un’architettura più moderna, sono davvero tantissime le chiese che vale la pena visitare nell’isola.
Tra queste, c’è senza dubbio una piccola chiese campestre situata nella parte centro-occidentale della Sardegna, nello specifico a Norbello (in provincia di Oristano): enigmatica, fascinosa e ricca di mistero, le sue dimensioni ingannano ed è decisamente un luogo da visitare nel caso ci si trovasse in zona.
Ma qual è la storia della chiesa di Santa Maria della Mercede a Norbello? Perché c’è quest’alone di mistero intorno al luogo di culto della provincia di Oristano? Ecco tutti i dettagli a riguardo, una costruzione destinata ad affascinare davvero tutti quanti.
La chiesa di Santa Maria della Mercede, a Norbello, è stata costruita sui resti di una necropoli bizantina risalente all’incirca al VI-VII secolo; di questa precedente costruzione vengono sfruttate alcune parti in muratura, con la struttura della chiesa a pianta longitudinale e mononavata. L’abside è a nord-est, con una copertura in legno che dona all’intera struttura un tocco rustico. La facciata è piuttosto semplice: da evidenziare il portale architravato con arco di scarico a sesto rialzato.
A vederla dall’esterno, la chiesa di Santa Maria della Mercede appare piuttosto umile, anche a causa delle sue dimensioni: è proprio però il suo aspetto che le dona un’aurea enigmatica, ancor di più amplificata da ciò che è possibile vedere al suo interno.
A rendere famosa questa chiesa in provincia di Oristano è infatti una serie di dieci croci clipeate in minio rosso, cinque per lato, tra le quali vediamo una serie di raffigurazioni ed iscrizioni simboliche, che sembra rimandino all’ordine dei cavalieri templari. Da tempo, gli storiografi dibattono sulle vicende dei cavalieri templari in terra sarda e queste iscrizioni non fanno altro che alimentare l’alone di mistero intorno a determinate vicende.
Tra le varie figure che si identificano all’interno della chiesa diversi animali (asinelli, pesci, cavalieri) ed altri elementi disposti in maniera conseguenziale, quasi ad alludere alla narrazione di un percorso di penitenza e purificazione. Nelle iscrizioni pare siano citati Barisone e Dorgotorio Pinna, probabilmente i due committenti; l’uso dei templari della chiesa, comunque, non andrebbe oltre gli inizi del XIV secolo. Tra misteri e bellezza, una chiesa assolutamente da visitare.
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