Sas Vaddes: l’escursione nel cuore della Montagna Segreta per scoprire uno dei nuraghi più belli del Supramonte

Sas Vaddes è l’escursione da fare se vuoi scoprire i nuraghi più belli del Supramonte, segno delle civiltà che vissero in questa terra secoli e secoli fa.

Sas Vaddes è l’escursione da fare per arrivare nel cuore della Montagna Segreta dinnanzi ad uno dei nuraghi più belli del Supramonte che svetta dal bosco di Sas Baddes, una delle foreste più antiche d’Europa.

Vista sulla vegetazione Supramonte Sardegna
Sas Vaddes: l’escursione nel cuore della Montagna Segreta per scoprire uno dei nuraghi più belli del Supramonte – chieseromanichesardegna.it

La prima tappa è il nuraghe Mereu, noto a Orgosolo come “su Nurahe de intro ‘e Padente” che significa “il nuraghe dentro il bosco di lecci”, caratterizzato dai massi bianco calcare con cui è stato costruito. È ancora integro e da qui è possibile godere di una vista spettacolare del Supramonte fino al Gorropu.

Sas Vaddes: il percorso da fare nel Supramonte

Dal Nuraghe Mereu si arriva poi al Nuraghe Presethu Tortu. La sua struttura è di forma allungata dovuta allo sperone roccioso su cui sorge, con una parete strapiombante per una notevole altezza sui lati nord e ovest.

Nurago, costruzione in pietra della Sardegna immersa nella vegetazione con cielo azzurro
Sas Vaddes: il percorso da fare nel Supramonte – chieseromanichesardegna.it

Non mancano anche tombe dei giganti e domus de janas, che segnalano come qui ci sia sempre stato l’uomo anche secoli e secoli fa. Da qui si raggiunge proprio la foresta primaria di Sas Vaddes dove ci sono lecci plurisecolari. Si tratta di una delle foreste più antiche d’Europa. Lungo il percorso si incontrano sorgenti e antichi ovili caratterizzati dai pinnetos, i rifugi dei pastori realizzati in pietra con copertura a cono di frasche e tronchi di ginepro.

Si raggiunge poi la suggestiva voragine di Su Disterru di origine carsica. Questa ha subito diversi tentativi di esplorazione ma per tanti anni nessuno è riuscito ad entrarvi dentro perché le corde erano troppo corte per raggiungere il fondo. Solo nell’estate del 1957 gli speleologi del Gruppo Grotte Nuorese riuscirono a toccare la base dell’inghiottitoio, e anche più recentemente alcuni biologi hanno anche soggiornato al suo interno per studiare la flora e la microfauna presente.

In ogni caso la voragine non è visitabile dai turisti ma è accessibile solo dagli specialisti. È di sicuro un posto molto suggestivo da vedere, ma bisogna ovviamente fare attenzione a non sporgersi troppo. La sua particolarità è che, sebbene sia inserita in un contesto “carsico”(quello del Supramonte, appunto), la parte superiore delle rocce è di tipo vulcanico di colore nero mentre nella parte profonda ha natura calcarea.

Infatti per tanto tempo si è creduto che la voragine fosse la bocca di un vulcano e si ipotizzava, infatti, che da qui fossero uscite le lave nere che tuttora ricoprono parte dell’omonimo altopiano. Poi gli esploratori si resero conto che invece la voragine era stata creata da normali fenomeni di erosione e nello specifico dal crollo di parte delle pareti basaltiche che sovrastano la roccia calcarea. Sicuramente da questo punto si può poi riprendere il cammino per rientrare.

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