Sentirsi abbandonata l’ha trasformata, ma non ha perso il suo fascino: puoi trovarla solo a Oristano

Lasciata in balìa di se stessa, senza più nessuno che se ne prenda cura: a pochi chilometri da Oristano esiste anche lei.

Oristano è nota per le sue meraviglie naturali e culturali. Dalle spiagge del Sinis alle terme romane di Fordongianus, è possibile soddisfare la propria sete di conoscenza, senza però rinunciare al relax. Doverosa una passeggiata per le vie del centro storico, tra monumenti e musei.

Chiesa Santa Corona
Sentirsi abbandonata l’ha trasformata, ma non ha perso il suo fascino: puoi trovarla solo a Oristano (Credits: Facebook @lasfingedelsinis) – chieseromanichesardegna.it

Insomma, la vacanza ideale che può accontentare le preferenze di tutti. Le bellezze più rinomate, quelle per le quali si ritiene necessaria una visita, tuttavia esistono anche le rarità, purtroppo abbandonate a se stesse – forse, proprio perché in tali condizioni, sono ancora più preziose.

A Oristano e dintorni ce ne saranno diverse, ma una in particolare ha catturato l’attenzione. Nessuno più le degna di uno sguardo eppure avrebbe molto da raccontare. Ormai non è più la stessa, l’indifferenza ha trasformato la sua anima – eh sì, tutto ha un’anima, basta solamente un po’ di sensibilità.

A pochi chilometri da Oristano spicca lei: fascino decadente

Incuria, trascuratezza, negligenza: solitamente questi i motivi. Una perla che evoca tempi antichi di cui nessuno vuole più ricordare. Qualcuno ancora ne parla, tuttavia è rimasta sola, senza più compagnia. L’epoca d’oro appartiene tristemente al passato ed oggi rimane solo un amaro ricordo.

Chiesa Santa Corona
A pochi chilometri da Oristano, spicca lei: fascino decadente (Credits: sito fondoambiente.it) – chieseromanichesardegna.it

La chiesa medievale di Santa Corona a Riola Sardo, in provincia di Oristano (o, almeno, quello che ne resta). Un rudere circondato da un silenzio assordante. Vi sono diverse teorie in merito la sua origine nonché appartenenza: Santa Corona di Riola era una fattoria con la sua istituzione religiosa.

Oppure l’annessione della chiesa, nel 1100, a un ospedale dei Templari per i pellegrini che percorrevano la strada tra Othoca e Cornus. L’altra ipotesi inerisce il legame con i Monaci Cavalieri del Tempio, già ricchi proprietari. Infine la presenza dei Camaldolesi di Bonarcado – si dice siano stati proprio i monaci di Bonarcado a introdurre il culto di Santa Corona in Sardegna.

Risalente al periodo compreso tra la seconda metà dell’XI secolo e la prima metà del XII secolo, il santuario ha subìto diverse trasformazioni a causa di repentini interventi ricostruttivi. A partire dal 1800 divenne parrocchiale la Chiesa di Sant’Anna mentre tutta la zona adiacente Santa Corona fu impiegata come cimitero.

Da quell’istante la chiesa venne abbandonata al suo destino fino al crollo negli anni ’30 del XX secolo. Non si conoscono i motivi – qualcuno azzarda una supposizione, magari legata alla posizione geografica, complicata. Ma la speranza è l’ultima a morire: potrebbe salvarsi grazie ai fondi regionali ed europei.

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