Nel cuore della Sardegna, nel territorio di Siligo, sorge la Chiesa di Santa Maria di Bubalis, conosciuta anche come Nostra Signora di Mesumundu. Questo edificio rappresenta un raro esempio di continuità storica e architettonica, testimoniando l’evoluzione culturale dell’isola attraverso i secoli.
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La storia della chiesa ha inizio nel II secolo d.C., quando sul sito sorgeva un complesso termale romano. Le acque della vicina sorgente di S’Abba Uddi alimentavano le terme, rendendo l’area un luogo di ristoro e socializzazione. Con l’avvento del VI secolo e la dominazione bizantina, l’edificio subì una significativa trasformazione: le strutture termali furono adattate per ospitare un luogo di culto cristiano. Questa riconversione è evidente nell’uso della tecnica costruttiva dell’opus listatum, caratterizzata dall’alternanza di filari di mattoni rossi e pietre in basalto, tipica dell’architettura bizantina. L’edificio potrebbe essere stato utilizzato come battistero o per riti di purificazione attraverso l’immersione, noti come “αγίασμα” in greco, traducibile in “acqua santa”.
Influenza Monastica e Modifiche Medievali
Nel 1063, il giudice Barisone I di Torres donò la chiesa e le terre circostanti all’Abbazia di Montecassino. I monaci benedettini, giunti dalla penisola italiana, apportarono modifiche per adattare l’edificio alle esigenze liturgiche dell’epoca. Tra queste, l’aggiunta di un’abside e la creazione di un nuovo ingresso, utilizzando materiali provenienti dalle rovine romane e dal vicino nuraghe Culzu. Questi interventi testimoniano l’importanza strategica e spirituale del sito durante il Medioevo, fungendo da centro religioso e punto di riferimento per le comunità locali.
Architettura e Caratteristiche Distintive
La chiesa presenta una pianta centrale a croce, con un corpo principale a pianta circolare sormontato da una cupola. Due bracci asimmetrici, entrambi absidati, si estendono rispettivamente verso ovest e sud, conferendo all’edificio una forma peculiare. L’uso di materiali locali, come il basalto e i mattoni rossi, insieme alla tecnica dell’opus listatum, conferisce alla struttura un aspetto unico nel panorama architettonico sardo. Le aperture ad arco ribassato e le finestre monofore permettono alla luce di filtrare delicatamente all’interno, creando un’atmosfera di raccoglimento e spiritualità.
Conservazione e Valorizzazione
Nel corso dei secoli, la chiesa ha subito periodi di abbandono e degrado. Nel XIX secolo, parte dell’abside sud crollò, lasciando l’edificio in uno stato di rovina. Un intervento di restauro nel 1934 portò alla ricostruzione dell’abside e al consolidamento della struttura, permettendo alla chiesa di resistere al passare del tempo. Oggi, la Chiesa di Santa Maria di Bubalis è inserita nel Parco Archeologico di Mesumundu, offrendo ai visitatori l’opportunità di immergersi in un contesto ricco di storia, dove le tracce delle diverse epoche si sovrappongono e dialogano tra loro.
Come Visitare la Chiesa
La chiesa si trova lungo la Strada Provinciale 80, facilmente raggiungibile dai principali centri della provincia di Sassari. Per chi proviene da Sassari o Cagliari, è consigliabile seguire la Strada Statale 131 e poi deviare verso Siligo. Una volta nel paese, le indicazioni per il Parco Archeologico di Mesumundu guideranno i visitatori fino al sito. Si consiglia di verificare gli orari di apertura e le eventuali visite guidate contattando l’ufficio turistico locale o consultando il sito ufficiale del turismo della Sardegna. La visita offre un’esperienza unica, permettendo di esplorare un luogo dove storia, arte e spiritualità si fondono armoniosamente.
La Chiesa di Santa Maria di Bubalis rappresenta un patrimonio inestimabile per la Sardegna, simbolo della resilienza e della capacità dell’isola di integrare influenze diverse nel corso dei secoli. La sua architettura distintiva e la ricca storia la rendono una meta imperdibile per chi desidera approfondire la conoscenza delle radici culturali sarde.