Visitare la Sardegna poteva essere l’occasione fino a qualche tempo fa per poter vedere da vicino un fiore bellissimo e raro, ora purtroppo questo non è più possibile.
La nostra Penisola è ricca di posti bellissimi, compresi quelli che magari sono poco celebrati o addirittura meno noti, a conferma di come non sia necessario fare tanta strada per potersi ritemprare nella mente e nello spirito. A volte una volta arrivati sul posto si possono poi scoprire peculiarità diverse rispetto a quelle che l’avevano reso noto, come è il caso della Sardegna.

Impossibile non associare l’isola al mare, anche se fino a qualche anno fa c’era chi sceglieva di organizzare un periodo di vacanza qui anche per lustrarsi gli occhi per ammirare da vicino un fiore davvero particolare.
Si tratta di qualcosa che era bellissimo e che era fonte di ammirazione anche per chi non è in grande intenditore del settore, soprattutto perché era una specie rara, disponibile solo in queste zone. Purtroppo però questa è ormai considerata completamente estinta, nonostante fosse cresciuto qui perché aveva trovato un ambiente ritenuto consono.
In Sardegna c’era un fiore rarissimo: perché si è estinto
Ma quale sarebbe il fiore che era presente esclusivamente in Sardegna e che fa parte di una specie che ora si è considerata estinta? Il riferimento alla Dactylorhiza elata subsp. sesquipedalis, un’orchidea rara che in Italia era presente esclusivamente sull’isola. Questa apparteneva al genere Dactylorhiza, noto per le sue specie di orchidee terrestri: tra le loro caratteristiche distintive ci sono i fiori vivaci e le radici tuberose a forma di dita, da cui il nome latino (dactylos significa “dito”).
A differenza di ogni altra orchidea, era possibile ammirare anche per le altezze più elevate, oltre alla colorazione con sfumature di viola e rosa. Era però necessario un ambiente ad hoc per crescere dato da terreni umidi come prati e paludi, che non era però così semplice ricreare.

Oggi un gruppo di esperti dell’università di Bologna ha ufficializzato la sua estinzione, processo che non è avvenuto in maniera drastica ma graduale, legato al comportamento dell’uomo. Il fattore principale è rappresentato certamente dalla perdita degli habitat naturali, che si è verificata in conseguenza della bonifica delle aree umide e dell’intensificazione dell’agricoltura. Se si voleva che il fuore continuasse a esistere era però necessaria anche una maggiore attenzione da parte di chi coltivava quei campi, cosa che non è però sempre avvenuta.
Gli scienziati non hanno però preso bene quello che è accaduto, la presenza di questa orchidea era infatti la dimostrazione della salute degli ecosistemi umidi, che sono fondamentali per la biodiversità. La sensazione di rimpianto, mista ad amarezza, da parte dei ricercatori è però difficile da tenere a bada: “Ciò che rende questa perdita ancora più dolorosa è che sarebbe stata evitabile: il declino della popolazione era noto ed evidente da tempo” – sono state le parole del ricercatore Michele Lussu a ‘La Nuova Sardegna’. Se non si dovesse decidere di cambiare modo di agire c’è però il rischio concreto che lo stesso destino possa riguardare anche altre piante.